Milano, 14 marzo 2013
– Grande interesse ha suscitato, lo scorso 7 marzo
,
Future Camp Europe: job projects for young people
, l’incontro interattivo, ideato e
organizzato dall’Associazione Donne e Tecnologie
, nell’ambito dell’iniziativa del Parlamento Europeo “L’Europa è delle donne”. Un momento di confronto rivolto a giovani e genitori interessati a scoprire e capire come addentrarsi e
orientarsi nei settori professionali emergenti in Europa
nel prossimo futuro.
I dati presentati (fonte Alma Laurea) dalle moderatrici del dibattito, imprenditrici e ricercatrici che sono riuscite a fare della propria passione un mestiere, dipingono un quadro per certi aspetti sorprendente.
Lo scenario è a molti noto: la donne si diplomano e si laureano meglio dei colleghi maschi, ma la testa della classifica resta rosa solo fino al titolo di dottore. Da lì in poi le differenze si assottigliano e la forbice si allarga man mano che si va avanti con la carriera. Tra chi ha una laurea specialistica biennale
le differenze fra uomini e donne sono significative già a un anno dal conseguimento del titolo: 7,5 punti percentuali
. A un anno dalla laurea gli uomini possono contare più delle colleghe su un impiego stabile (39 contro 30%). E guadagnano il 32% in più (1.220 euro contro 924 euro mensili netti). Le laureate con figli lavorano e guadagnano meno rispetto delle donne senza figli.
Dopo cinque anni, le differenze di genere valgono 6 punti
: lavorano 83 donne e 89 uomini su cento. Il lavoro fisso, una prerogativa maschile: può contarci l’80% degli occupati e il 66% delle occupate.
Ma
ecco le novità
. Incominciamo dal
settore dell’agroalimentare
. Produzione primaria, trasformazioni tecnologiche e biotecnologiche, sicurezza, consumer science, ristorazione: “mai come oggi l’agricoltura è interessata dalla tecnologia”, ha detto
Marisa Porrini
, docente di Nutrizione applicata all’Università di Milano.
“Oggi si parla di agricoltura di precisione, agrotecnologie, interventi nel rispetto delle risorse naturali, dell’ambiente e della salute
, pianificazione e riqualificazione del territorio, si progettano “giardini curativi”.
Servono esperti di certificazione ambientale, di bioenergia, progettisti di alimenti nuovi, con un occhio attento alla difesa delle tipicità e della tradizione
.
Figure che si intendano di packaging, consumer science, ristorazione, nutrizione
.”
Buone anche le
opportunità di carriera nel settore farmaceutico
, sia nella ricerca più tradizionale (sviluppo di nuove molecole ad attività biologica), sia in settori di grande modernità e appeal come la
nutraceutica
“Un comparto relativamente giovane, ma in grande sviluppo a livello mondiale, il cui mercato, nonostante la crisi economica, registra un costante incremento – ha spiegato
Marina Carini
direttore del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche all’Università degli Studi di Milano -. Qui servono
figure professionali con competenze trasversali
, qualificate nella progettazione, sviluppo, produzione, controllo e commercializzazione (compresi gli aspetti regolatori e brevettuali) di prodotti nutraceutici, che sappiano rispondere in modo adeguato alle nuove esigenze dell’industria
estrattiva, erboristica, farmaceutica e alimentare
. .
Il campo più promettente resta quello dell
’Information & Communication Technology
: “Pronto ad assorbire
esperti di mobile, cloud computing, Business Analytics, social media
- ha detto
Anita Longo
, docente di Informatica presso il Dipartimento di Scienze dell’economia e della gestione aziendale in Università Cattolica di Milano - ma in relazione a tutti i settori e’ fondamentale saper coniugare competenze specialistiche con la conoscenza delle nuove tecnologie e la consapevolezza degli intrecci tra gestione delle informazioni, privacy, globalizzazione dei mercati”.
I numeri non consentono ancora di parlare di inversione di tendenza, ma il trend sembra positivo. I dati della Commissione Europea, riassunti nel Rapporto “She Figures 2012″, rivelano infatti che
la quota di donne tra scienziati e ingegneri è cresciuta
, tra il 2002 e il 2010, al tasso annuo del 5,4%, contro il 3% della componente maschile.
“Le aziende oggi hanno bisogno di una visione diversa per superare la crisi; di umaniste tecnologhe e ingegneri colti” – ha concluso
Gianna Martinengo
, DidaelKTS e presidente dell’Associazione Donne e Tecnologie. Suggerendo ai ragazzi presenti la chiave per farcela: “
Più ancora del percorso di studi, è importante la capacità di astrazione.
Vi state formando per mestieri che oggi ancora non esistono, i cui confini non sono ancora noti agli esperti, userete tecnologie che ancora non sono state inventate”.
Su cosa puntare? “La curiosità di sapere. E imparare a imparare
”.
Un particolare ringraziamento ai giovani neolaureati e ricercatori Mattia Aliani, Giulia Giorgi, Carmen Lammi, Francesco Marchetti, Alessandra Marti, Giulia Rinetti, che con la loro appassionata testimonianza hanno contribuito a costruire un ponte intergenerazionale tra i partecipanti.
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FUTURECAMP EUROPE è un’iniziativa promossa dall’Associazione Donne e Tecnologie nell’ambito degli eventi propedeutici alla conferenza annuale Women&Technologies® (Milano, novembre 2013)